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«Siamo molto preoccupati per questo clima di violenza che ancora circonda il mondo della sanità. Episodi come quello avvenuto nella Medicina di Gruppo di Noventa di Piave ci fanno capire che, purtroppo, c’è ancora molta strada da fare per garantire la sicurezza degli operatori sanitari».
Il presidente dell’OMCeO veneziano e vice nazionale Giovanni Leoni esprime a nome di tutto l’Ordine la più piena solidarietà e vicinanza ai colleghi colpiti nell’ultima aggressione registrata lo scorso 25 marzo nella cittadina del Veneto Orientale: un paziente, che già in passato aveva avuto comportamenti violenti e che poi è stato denunciato, ha fatto irruzione nell'ambulatorio, scardinando la porta e insultando pesantemente i due medici di famiglia che cercavano di calmarlo.

«Lo abbiamo già detto – prosegue Leoni – e continueremo a ripeterlo: non possiamo accettare episodi così gravi di intimidazione, fisica o verbale, nei confronti degli operatori sanitari. Ogni forma di violenza e di inciviltà va condannata e repressa. Rivendichiamo il diritto di svolgere il nostro lavoro, in ospedale o sul territorio, senza paure e in piena serenità. Le autorità competenti applichino in pieno le normative in vigore: dal Testo unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro alla nuova Legge sulla sicurezza degli operatori sanitari (Legge 113/2020). Fogli di via e denunce a piede libero per reati comuni non bastano più. Il danno fisico verso gli operatori e verso gli ambienti va inteso allo stesso Servizio Sanitario che è un bene comune e fondamentale di tutti gli individui».

«Le aggressioni al personale sanitario – conclude il presidente Leoni – purtroppo sono in aumento anche in Veneto. Vanno riviste le organizzazioni, le strutture, i presidi di videosorveglianza, per rendere gli ospedali e i presidi sul territorio luoghi davvero sicuri e proteggere chi è più esposto al rischio di violenza».

Nella foto uno dei manifesti della campagna di sensibilizzazione contro la violenza nel mondo sanitario promossa dalla FNOMCeO nel 2020

Gli articoli di stampa che raccontano la vicenda: